A San Miniato, cuore di una delle più vocate aree tartufigene italiane, si concentra un quarto della produzione nazionale del prezioso Tuber magnatum pico.
Fra i tanti tesori delle terre pisane un posto d’onore spetta al famoso tartufo bianco di San Miniato. Da queste parti, il tartufo vanta una tradizione che affonda le radici nel lontano Medioevo e quindi non rappresenta soltanto un’importante attività economica ma è anche elemento fondante della cultura materiale.
Il “triangolo d’oro” del pregiato Tuber magnatum pico è localizzato in una vasta area a cavallo delle province di Pisa e Firenze, nelle Valli dell’Egola, dell’Elsa e dell’Era, tutti affluenti dell’Arno.
In questa zona tartufigena, che è tra le più estese e fruttuose d’Europa, il prezioso “bianco” si sviluppa quasi sempre in maniera regolare e tondeggiante, caratteristica che lo rende particolarmente ricercato.
San Miniato vanta poi un primato: qui nel 1954 è stato trovato il tubero più grande mai rinvenuto a memoria d’uomo, un “campione “ del peso di ben 2.520 grammi che venne donato al Presidente degli Usa Henry Truman.
Da 25 anni è stata costituita a San Miniato l’Associazione Tartufai delle Colline Samminiatesi, che raggruppa circa 500 cercatori la cui attività è regolata da un severo disciplinare e da una legge regionale che ne definisce le modalità di raccolta e di commercializzazione, onde salvaguardare il delicato ecosistema delle tartufaie.
Annualmente, gli oltre 30 comuni della zona conferiscono circa 600 quintali di tartufi, pari al 25% della produzione nazionale, buona parte dei quali finisce sulle tavole dei migliori ristoranti del mondo.
Il periodo di raccolta del Tuber magnatum pico è breve, dalla fine di settembre a dicembre inoltrato. Da gennaio ad aprile nelle pinete della zona si trova anche il Tartufo marzuolo (Tuber borchii).
Ogni anno, nel mese di novembre, a San Miniato si tiene la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco che trasforma la città in un grande laboratorio del gusto a cielo aperto.